Conoscere insieme l'Amore Vero, l'Amore di Gesù attraverso la Sua Parola.
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Corpus Domini
Nel Corpo e nel Sangue di Gesù
Ciascun uomo possa "sentire e gustare" la presenza di Gesù e Maria, SS. Madre della Pentecoste, nella propria vita, in ogni attimo della propria giornata.
Nello Splendore della Resurrezione del Signore l'uomo trovi la sua vera dimensione e riesca ad esprimerla con Amore e Carità. Un abbraccio Michy
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire
ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre
vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele
chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che
è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli
altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Mt 6,7-15
Essere Chiesa è sentirsi nelle mani di Dio che è
Padre e ci ama, ci accarezza, ci aspetta e ci fa sentire la Sua
tenerezza”.
Papa Francesco, nell’Udienza Generale di oggi, 18 giugno 2014, ha
cominciato una serie di catechesi sulla Chiesa, una famiglia che non è
ristretta ai sacerdoti, ai vescovi, al Vaticano, ma che si apre a tutta
l’umanità. Una realtà che non è nata in laboratorio, ma dall’intervento
diretto di Dio nella nostra storia, fin dalla chiamata di Abramo che si è
messo in cammino fidandosi della Parola del Signore, fidandosi del Suo
amore; e all’interno di questo popolo in cammino è nato Gesù. Non sono
mancate, nella storia e neanche oggi, resistenze e tentazione di
mercanteggiare con Dio e risolvere le cose a modo nostro ma Dio non si
stanca, ha pazienza, e nel tempo continua a educare e a formare il suo
popolo, come un padre con il proprio figlio.
Questo è il filmato integrale dell’Udienza; la catechesi del Santo Padre inizia al minuto 26:13:
Dal Libro della Genesi:
Il Signore disse ad Abramo:
“Vattene dalla tua terra,dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra”.
Queste le parole di Papa Francesco:
Cari fratelli e sorelle, buon giorno!
E complimenti a voi perché siete stati bravi con questo tempo che non
si sa se viene l’acqua se non viene l’acqua, bravi! Avanti! Speriamo di
finire l’Udienza senza acqua, che il Signore abbia pietà di noi.Oggi comincio un ciclo di catechesi sulla Chiesa. E’ un po’ come un
figlio che parla della propria madre, della propria famiglia. Parlare
della Chiesa è parlare della nostra Madre, della nostra famiglia.La
Chiesa infatti non è un’istituzione finalizzata a se stessa o
un’associazione privata, una ONG, né tanto meno si deve restringere lo
sguardo al clero o al Vaticano. La Chiesa siamo tutti, i preti sono
parte della Chiesa, ma la Chiesa siamo tutti, non restringerla ai
sacerdoti, ai vescovi, al Vaticano, questi sono parte della Chiesa, la
Chiesa siamo tutti, tutti famiglia, tutti parte della Madre. La Chiesa è
una realtà molto più ampia, che si apre a tutta l’umanità e che non
nasce in un laboratorio, la Chiesa non è nata in un laboratorio, non è
nata improvvisamente, è fondata da Gesù ma è un popolo con una storia
lunga alle spalle e una preparazione che ha inizio molto prima di Cristo
stesso.Questa storia, o “preistoria”, della Chiesa si trova già nelle pagine
dell’Antico Testamento. Abbiamo sentito il Libro della Genesi: Dio
scelse Abramo, nostro padre nella fede, e gli chiese di partire, di
lasciare la sua patria terrena e andare verso un’altra terra, che Lui
gli avrebbe indicato (Gen 12,1-9). E in questa vocazione Dio non chiama
Abramo da solo, come individuo, ma coinvolge fin dall’inizio la sua
famiglia, la sua parentela e tutti coloro che sono a servizio della sua
casa. Una volta in cammino, così cominciò a camminare la Chiesa, poi,
Dio allargherà ancora l’orizzonte e ricolmerà Abramo della sua
benedizione, promettendogli una discendenza numerosa come le stelle del
cielo e come la sabbia sulla riva del mare. Il primo dato importante è
proprio questo: cominciando da Abramo Dio forma un popolo perché porti
la sua benedizione a tutte le famiglie della terra. E all’interno di
questo popolo nasce Gesù. È Dio che fa questo popolo, questa storia, la
Chiesa in cammino e lì nasce Gesù, in questo popolo.Un secondo elemento: non è Abramo a costituire attorno a sé un
popolo, ma è lo stesso Dio a dare vita a questo popolo. Di solito era
l’uomo a rivolgersi alla divinità, cercando di colmare la distanza e
invocando sostegno e protezione. La gente pregava gli dei, le divinità.
In questo caso, invece, si assiste a qualcosa di inaudito: è Dio stesso a
prendere l’iniziativa, ascoltiamo con attenzione: è Dio stesso che
bussa alla porta di Abramo e gli dice vai avanti, vattene dalla tua
terra, comincia a camminare e io farò di te un grande popolo e questo è
l’inizio della Chiesa e in questo popolo nasce Gesù. Dio prende
l’iniziativa e rivolge la sua parola all’uomo, creando un legame e una
relazione nuova con lui. Uno potrebbe chiedersi: ‘Dio ci parla e noi
possiamo parlare a Dio, ma noi possiamo avere una conversazione con
Dio?’ Sì, questo si chiama preghiera ed è Dio che ha fatto questo.Così
Dio forma un popolo con tutti coloro che ascoltano la sua Parola e che
si mettono in cammino, fidandosi di Lui. Questa è l’unica condizione:
fidarsi di Dio. Se tu ti fidi di Dio, l’ascolti e ti metti in cammino:
questo è fare Chiesa! L’amore di Dio precede tutto. Dio arriva sempre
prima di noi. Il profeta Isaia diceva che Dio è come il fiore del
mandorlo perché è il primo albero che fiorisce nella primavera, per dire
che Dio sempre fiorisce prima di noi, quando noi arriviamo Lui ci
aspetta, Lui ci chiama, Lui ci fa camminare sempre in anticipo su noi, e
questo si chiama amore perché Dio ci aspetta sempre. Uno potrebbe dire:
‘Ma padre io non credo questo perché se lei sapesse la mia vita è stata
tanto brutta, come posso pensare che Dio mi aspetta?’ Dio ti aspetta e
se sei stato un peccatore grosso ti aspetta di più e ti aspetta con
tanto amore perché Lui è primo; è questa la bellezza della Chiesa: che
ci porta a questo Dio che ci aspetta!Abramo e i suoi ascoltano la chiamata di Dio e si mettono in cammino,
nonostante non sappiano bene chi sia questo Dio e dove li voglia
condurre. Abramo si mette in cammino di questo Dio che gli ha parlato ma
non aveva un libro di teologia per studiare cosa fosse questo Dio, si
fida! Si fida dell’amore; Dio gli fa sentire l’amore e lui si fida.
Questo però non significa che questa gente sia sempre convinta e fedele,
anzi, fin dall’inizio ci sono le resistenze, il ripiegamento su sé
stessi e sui propri interessi e la tentazione di mercanteggiare con Dio e
risolvere le cose a modo proprio. Questi sono i tradimenti e i peccati
che segnano il cammino del popolo lungo tutta la storia della salvezza,
che è la storia della fedeltà di Dio e dell’infedeltà del popolo. Dio,
però, non si stanca, Dio ha pazienza, tanta pazienza, e nel tempo
continua a educare e a formare il suo popolo, come un padre con il
proprio figlio. Dio cammina con noi. Il profeta Osea dice: “Io ho
camminato con te e ti ho insegnato a camminare come un papà insegna a
camminare a un bambino”, bella figura di Dio! E così è con noi, ci
insegna ad andare. Ed è lo stesso atteggiamento che mantiene nei
confronti della Chiesa. Anche noi infatti, pur nel nostro proposito di
seguire il Signore Gesù, facciamo esperienza ogni giorno dell’egoismo e
della durezza del nostro cuore. Quando però ci riconosciamo peccatori,
Dio ci riempie della sua misericordia e del suo amore. E ci perdona, ci
perdona sempre.Ed è proprio
questo che ci fa crescere come popolo di Dio, come Chiesa: non è la
nostra bravura, non sono i nostri meriti, siamo poca cosa noi, non è
quello, ma è l’esperienza quotidiana di quanto il Signore ci vuole bene e
si prende cura di noi. È questo che ci fa sentire davvero suoi, nelle
sue mani, e ci fa crescere nella comunione con Lui e tra di noi. Essere
Chiesa è sentirsi nelle mani di Dio che è Padre e ci ama, ci accarezza,
ci aspetta, ci fa sentire la Sua tenerezza. E questo è molto bello.Cari amici, questo è il progetto di Dio (quando ha chiamato Abramo
pensava a questo): formare un popolo benedetto dal suo amore e che porti
la sua benedizione a tutti i popoli della terra. Questo progetto non
muta, è sempre in atto. In Cristo ha avuto il suo compimento e ancora
oggi Dio continua a realizzarlo nella Chiesa. Chiediamo allora la grazia
di rimanere fedeli alla sequela del Signore Gesù e all’ascolto della
sua Parola, pronti a partire ogni giorno, come Abramo, verso la terra di
Dio e dell’uomo, la nostra vera patria, e così diventare benedizione,
segno dell’amore di Dio per tutti i suoi figli. A me piace pensare un
altro nome che possiamo avere noi come cristiani: gente che benedice, il
cristiano con la sua vita deve benedire sempre, benedire Dio e benedire
anche tutti noi. Noi cristiani siamo gente che benedice! Che sa
benedire! È una bella vocazione questa.
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini
per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi
presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati
dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua
sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel
segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e
negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti
dalla gente, In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la
porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede
nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che
assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In
verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando
tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non
veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre
tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» Mt 6,1-6,16-18
«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo
nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi
perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che èneicieli;
egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui
giusti e sugli ingiusti.Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non
fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri
fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».Mt 5,43-48
"I Corrotti uccidono"
Questa è la trascrizione:
“Questa è la definizione: è una merce! Poi cosa farà
il Signore con i corrotti, qualsiasi sia la corruzione… Ieri abbiamo detto che
c’erano tre tipi, tre gruppi: il corrotto politico, il corrotto affarista e il
corrotto ecclesiastico. Tutti e tre facevano del male agli innocenti, ai
poveri, perché sono i poveri che pagano la festa dei corrotti! Il conto va a
loro. Il Signore dice chiaramente cosa farà: ‘Io farò venire su di te una
sciagura e ti spazzerò via. Sterminerò a Acab ogni maschio, schiavo o libero in
Israele’”.
“Sono traditori i corrotti, ma di più. La prima cosa
nella definizione del corrotto è uno che ruba, uno che uccide. La seconda cosa:
cosa spetta ai corrotti? Questa è la maledizione di Dio, perché hanno sfruttato
gli innocenti, coloro che non possono difendersi e lo hanno fatto con i guanti
bianchi, da lontano, senza sporcarsi le mani. La terza cosa: ma c’è una uscita,
una porta d’uscita per i corrotti? Sì! ‘Quando sentì tali parole, Acab si
stracciò le vesti, indossò un sacco sul suo corpo e digiunò. Si coricava con il
sacco e camminava a testa bassa. Cominciò a fare penitenza’”.
“Quando noi leggiamo sui giornali che questo è
corrotto, che quell’altro è un corrotto, che ha fatto quell’atto di corruzione
e che la tangente va di qua e di là e anche tante cose di alcuni prelati, come
cristiani il nostro dovere è chiedere perdono per loro e che il Signore gli dia
la grazia di pentirsi, che non muoiano con il cuore corrotto…”
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma
io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo
sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti
in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Mt, 5, 38-42
“La corruzione viene pagata dai poveri”. Omelia di Papa Francesco del 16 giugno 2014
Papa Francesco, nell’omelia della Messa celebrata oggi, 16 giugno
2014, a Casa Santa Marta, ha preso spunto dalla Prima Lettura (1 Re 21,
1-16), nella quale il re Acab, attraverso la corruzione e l’uccisione di
un uomo, riesce ad impossessarsi di un terreno, per parlare di come
siano sempre i poveri a pagare i danni causati dalla corruzione dei
potenti. La pagano in termini di servizi non erogati e nel caso di
prelati corrotti, in termini di mancata attenzione spirituale. E l’unica
strada per uscire dalla corruzione, ha detto Papa Francesco, è il
servizio.
Questa è la trascrizione:
“Sui giornali noi leggiamo tante volte: ah, è stato
portato in tribunale quel politico che si è arricchito magicamente. E’
stato in tribunale, è stato portato in tribunale quel capo di azienda
che magicamente si è arricchito, cioè sfruttando i suoi operai. Si parla
troppo di un prelato che si è arricchito troppo e ha lasciato il suo
dovere pastorale per curare il suo potere. Così i corrotti politici, i
corrotti degli affari e i corrotti ecclesiastici. Dappertutto ce ne
sono. E dobbiamo dire la verità: la corruzione è proprio il peccato a
portata di mano, che ha quella persona che ha autorità sugli altri, sia
economica, sia politica, sia ecclesiastica. Tutti siamo tentati di
corruzione. E’ un peccato a portata di mano. Perché quando uno ha
autorità si sente potente, si sente quasi Dio”.“Se parliamo dei corrotti politici o dei corrotti economici, chi paga
questo? Pagano gli ospedali senza medicine, gli ammalati che non hanno
cura, i bambini senza educazione. Loro sono i moderni Nabot, che pagano
la corruzione dei grandi. E chi paga la corruzione di un prelato? La
pagano i bambini, che non sanno farsi il segno della croce, che non
sanno la catechesi, che non sono curati. La pagano gli ammalati che non
sono visitati, la pagano i carcerati che non hanno attenzioni
spirituali. I poveri pagano. La corruzione viene pagata dai poveri:
poveri materiali, poveri spirituali”.“Oggi, offriamo la Messa per questi – tanti, tanti… – che pagano la
corruzione, che pagano la vita dei corrotti. Questi martiri della
corruzione politica, della corruzione economica e della corruzione
ecclesiastica. Preghiamo per loro. Che il Signore ci avvicini a loro.
Sicuramente era molto vicino a Nabot, nel momento della lapidazione,
come era molto vicino a Stefano. Che il Signore gli sia vicino e gli dia
forza per andare avanti nella loro testimonianza, nella propria
testimonianza”.
Carissimi amici, Con gioia vi comunico che il mio stato di salute mi ridà la possibilità di riprendere il mio cammino, purtroppo non vi posso dire che fisicamente non sto meglio, ma che ho potuto fare chiarezza con i nuovi problemi e raggiunto quell'equilibrio necessario per riprendere il nostro cammino.
Ringrazio coloro che mi hanno aspettato e spero che diventeremo sempre più numerosi.